Per completare la carrellata dei protagonisti del brutto film, c’è – come dicevo – il corpo docente che abdica, uscendo dal ruolo per il quale è pagato e che per vari e palesi motivi preferisce non “creare problemi”, soddisfacendo tutti per evitare guai. Infine, i genitori, che vengono totalmente delegittimati nel loro modello di etica del lavoro, educazione, nesso tra impegno e risultato; penso all’assoluta maggioranza di genitori, che fanno sacrifici quotidiani, magari sopportando per anni situazioni difficili e frustranti pur di non mettere a repentaglio il tenore di vita della famiglia.
Per i motivi appena elencati, che hanno solo confermato le osservazioni fatte negli precedenti dieci anni scolastici dei miei figli, posso affermare che la scuola è proprio una maestra di vita e un fedelissimo specchio della società attuale. Maestra di mediocrità, di fallace illusione che i risultati arrivino comunque, di attaccamento psicopatico alla performance, di a-meritocrazia.
PARS CONSTRUENS
Oltre un secolo fa, Thomas Mass definiva la scuola “stagnante e deludente”; ciò mi fa pensare che da tempo immemore gli osservatori più sensibili e acuti fossero delusi dal sistema educativo, soprattutto da quando si sono venute a cristallizzare alcune equazioni false, autoreferenziali e autoritarie come: scuola=apprendimento, scuola=modellamento, a detrimento di una visione della scuola come luogo deputato allo sviluppo e alla fioritura delle identità, nel rispetto delle loro diversità.
Come cambiare rotta? Ricominciando a vedere la PERSONA, uscendo dall’approccio spersonalizzante da catena di montaggio e recuperando il senso della missione educativa. Mi raccontava ieri un’amica, che in passato, in Italia, i docenti giurassero, come lo fanno tuttora i medici, i parlamentari, i membri del governo, i pubblici ufficiali. E il giuramento, lo sappiamo bene, ha un valore simbolico profondo e complesso: è sì un impegno solenne davanti a testimoni, è sì un vincolo legale, ma lo ancor di più morale, promessa di onestà e lealtà che ha un elemento di sacralità… Tutto ciò segna una vera e propria cesura tra il prima e il dopo, ovvero definisce l’ingresso in una nuova fase della vita, mobilitando responsabilità, onore, credenze, valori, identità.
Spero che questa dimensione possa essere recuperata rapidamente, a favore di un processo di responsabilizzazione e sviluppo della dignità del sistema-scuola e, conseguentemente, del sistema-Italia. E, a un livello più alto, a favore di una coscienza sistemica, che, ai miei occhi, attualmente è assolutamente assente.
Per concludere: tanti anni fa lessi un libro francese di “coaching scolaire”. Nei Paesi più evoluti, da decenni il sistema scolastico – che ben sappiamo essere alla base della vita democratica, culturale, politica e produttiva del futuro – ospita interventi di professionisti come i coach, per stimolare il continuo apprendimento, il dubbio e un inarrestabile processo di sviluppo in ciascuno dei suoi attori e delle sue interfacce.
I’ve seen things you people wouldn’t believe…
“Blade Runner” diretto da Ridley Scott, 1982